ROMA – La violenza sui bambini è un “problema di salute pubblica”. È su questo assioma che Terre des Hommes Italia onlus ha realizzato il dossier “Maltrattamento e abuso sui bambini: una questione di salute pubblica”, un’indagine su scala nazionale sull’attività diagnostica del fenomeno delle eccellenze ospedaliere di Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana e Puglia. Un taglio innovativo quello del terzo dossier della fondazione, che parte dai dati di una precedente ricerca sui costi diretti e indiretti che ogni giorno derivano dalla mancata prevenzione della violenza sui bambini, da cui è emerso che circa l’1% del nostro Pil vien speso ogni anno per far fronte alla spesa derivante dalla violenza all’infanzia.
100 bambini. “In Italia circa 100mila bambini, infatti, sono in carico ai servizi sociali perché vittime di una forma di maltrattamento (ogni mille minorenni seguiti dai Servizi sociali 200 lo sono per maltrattamento), la più frequente delle quali è risultata la trascuratezza materiale e affettiva spesso celata dalle pareti domestiche” afferma Donatella Vergari, segretario generale della Fondazione Terre des Hommes Italia nella presentazione del dossier “e per questo molto complessa da intercettare e riconoscere. Ad essa si aggiungono, però, altre forme di violenza, molto meno conosciute, che vedono protagonisti anche genitori inconsapevoli, quali la Shaken baby syndrome (la sindrome del bambino scosso, ndr), che, per sua natura, colpisce i neonati”.

Per questa terza indagine la Onlus ha scelto dei partner storicamente impegnati nella diagnosi della violenza sui bambini e nella loro cura: l’Ambulatorio Bambi di Torino, il SVSeD di Milano, il Centro regionale per la Diagnostica del Bambino maltrattato di Padova, il Gaia di Firenze e il Giada di Bari. Il dossier esamina i casi di maltrattamento diagnosticati in ognuna delle 5 strutture tra il 2011 e il 2015, distinguendo per tipologia di violenza. Vengono anche fatti degli esempi concreti dei bambini diagnosticati e trattati e analizzate alcune delle forme di violenza rilevate.

I maltrattamenti. Dall’indagine emerge che le tipologie di maltrattamento fisico e psicologico si sono moltiplicate nel tempo e se non riconosciute e trattate adeguatamente e tempestivamente possono portare al decesso del piccolo. Come nel caso dell’abuso di sostanze chimiche (Chemical abuse) e della Sindrome del bambino scosso. Perciò è fondamentale la diagnosi clinica precoce del maltrattamento, considerato e affrontato come una vera e propria patologia. In questo quadro si sottolinea il ruolo fondamentale degli ospedali e delle strutture pubbliche perché è qui che la violenza può essere diagnosticata, specialmente se ripetuta, ed è qui che il “problema” approda quando esce dalle mura domestiche.

“Le conseguenze a medio e lungo termine del maltrattamento sono molto gravi e comprendono patologie neurologiche e gravi ritardi dello sviluppo, patologie psichiatriche e disturbi nella sfera delle dipendenze da sostanze (alcol o stupefacenti),” si legge nell’indagine, “ma anche un’incidenza maggiore di diabete, patologie cardiovascolari, gastroenterologiche e neurologiche degenerative e ancora in taluni casi una morte anticipata, indirettamente collegata ai gravi esiti psico-emozionali e comportamentali del maltrattamento, che si manifestano in un aumento di condotte fortemente a rischio o in vere e proprie condotte autoaggressive e suicidarie”.

L’eccellenza a Padova. La diagnosi corretta e precoce richiede un iter di indagini cliniche e strumentali raffinate e la competenza di specialisti e ultraspecialisti. In Italia esistono centri di eccellenza, come quelli presentati nel dossier. Uno in particolare è costituito dall’Unità di Crisi per bambini maltrattati presso l’Ospedale di Padova, che lavora attivamente con l’Organizzazione mondiale di Sanità sul tema della protezione del bambino e che è stato riconosciuto dalla stessa Oms come best practice a livello mondiale.

Regioni senza centri specializzati. In Italia purtroppo non tutte le regioni dispongono di centri specializzati come quelli presi in considerazione nel dossier perciò la Fondazione lancia un appello perché ne esista almeno uno per regione; affinché ogni grande ospedale pediatrico disponga di un’équipe specializzata e di strumentazioni idonee alla diagnosi del maltrattamento; per inserire il maltrattamento all’infanzia nel percorso di studi della Facoltà di Medicina e nel Piano nazionale di prevenzione sanitaria.

(fonte: La Repubblica)